La storia del fiocco nel mondo della moda
Romantici, bon-ton, maliziosi, i fiocchi sembrano essere l’elemento decorativo della stagione come ben dimostrano alcuni dei brand più importanti del mondo della moda nelle loro recenti collezioni: su tutti Prada, Chanel, Saint Laurent e Versace. Tornati sulla scena a impreziosire camice, abiti e décolleté rappresentano da sempre l’emblema della femminilità.
L’origine del fiocco, che nella moda ha vissuto evoluzioni stilistiche in ogni sorta di declinazione, è da ricercare nella cultura orientale: rappresentava infatti un dono in offerta alle divinità e non è un caso che, ancora oggi, per confezionare un regalo a una persona cara, si usi proprio un fiocco come ornamento finale. È però solo nel ‘600 che diventa un dettaglio alla moda imprescindibile, grazie a una vera e propria mania che coinvolge le corti europee.
A Versailles, dove era immancabile in ogni applicazione su tessuti, parrucche, scarpe e gioielli, divenne simbolo per eccellenza di lusso e bellezza. Si dice che il Re Sole ne andasse pazzo e lo considerasse elemento simbolo di bellezza e sfarzo al punto che, per compiacerlo, il noto gioielliere di corte, Gilles Légaré, decise di utilizzare nastri intrecciati per impreziosire le proprie creazioni: nacque la moda delle spille a fiocco con le cocche rivolte verso il basso.
Furono in seguito denominate “Sévigné” in onore di Madame se Sévigné, altra nobildonna francese salita agli onori delle cronache di corte poichè amava scandalosamente indossarle con diamanti al petto. Una moda, quella del fiocco, capace di attraversare secoli e rivoluzioni senza mostrare tramonti né regali né sociali. Non tutti sanno, infatti, che alcune delle mode sul fiocco più famose del Novecento si legano proprio all’epoca delle corti. Un esempio? Brigitte Bardot, che a sua volta si ispirava alle pin-up anni Cinquanta, era solita indossare una fascia a fiocco tra i capelli in modo sensuale e malizioso.
Ebbene il trend dei fiocchi tra i capelli partì ancora una volta dalla corte di Francia, grazie ai vezzi stilistici della duchessa de Fontages, una delle dame favorite di Luigi XIV, abile ammaliatrice e antesignana di stile. Non solo accessorio femminile: nell’Ottocento il fiocco diventa un tratto distintivo degli intellettuali. Poeti, artisti, e musicisti lo usavano come accessorio identitario al punto che oggi, il fiocco più anarchico di tutti, quello lavallière, è ancora considerato un simbolo di libertà ed emancipazione.
Lo sa bene Yves Saint Laurent che per primo scelse proprio questo fiocco da applicare alle sue più innovative collezioni femminili e, successivamente, alle sue creazioni maschili più audaci e fluide. Chanel e Dior amavano così tanto i fiocchi che quest’ultimo lo volle persino sulla confezione di uno dei suoi profumi più iconici: Miss Dior. Il fiocco sembra conquistare ammiratori anche nei profili più insospettabili: si dice che la rigorosissima lady di ferro, Margaret Thatcher, non potesse farne a meno indossandolo spesso sulle sue famigerate bluse, forse per ammorbidire la sua immagine intransigente.
Giocosi, sensuali, addirittura politici e incredibilmente sempre attuali, i fiocchi tornano oggi sulle passerelle, e nei negozi, dei brand del lusso: Donatella Versace li sceglie in raso per impreziosire borse, fermagli, scarpe e vi incornicia dentro l’enigmatica Medusa metallizzata. Miuccia Prada li preferisce destrutturati a svolazzare su abiti senza manica. Dolce e Gabbana li inseriscono nelle loro collezioni maschili di alta sartoria come simbolo aristocratico di un’eleganza senza tempo. Il fiocco, oggi come allora, ha ancora tanto da raccontare e gli stilisti sembrano intenzionati a protrarne la fortuna ancora a lungo.
Ph: Godey’s lady’s book, 1840, CC0 1.0, via Flickr