GC Magazine - Galleria Cavour

Moda sostenibile e Fast Fashion: una rivoluzione etica

24 Aprile - 2024

Fast Fashion e Moda sostenibile

Spesso sui social di Galleria Cavour abbiamo parlato del lusso come risorsa e motore non solo economico ma anche socio-culturale. Lo stesso Voltaire nel suo “Dizionario filosofico” elogiava la vocazione al lusso di Atene, capace di produrre bellezza e far fiorire grandi pensatori, a confronto con l’aridità di Sparta, in grado di generare al massimo qualche valido combattente.

Anche oggi lusso fa rima con qualità, etica, lavoro ma sempre di più anche con sostenibilità. Tutti i più grandi brand di alta moda, ormai da tempo, portano avanti iniziative a favore dell’ambiente e mettono in campo strumenti contro lo spreco. Il sistema, però, negli ultimi decenni, ha iniziato a fare i conti con l’invasione del fast fashion: un fenomeno che ha cannibalizzato l’industria e disabituato l’acquirente a vedere il prodotto comprato come un investimento innescando, di conseguenza, un dannoso meccanismo basato sulla velocità del desiderio, del consumo e sulla scarsa durabilità del prodotto.

Forte dei bassi costi, ottenuti spesso con politiche di sfruttamento salariale della manodopera e nessuna attenzione alla lavorazione dei materiali, secondo Greenpeace il fast fashion è una delle principali conseguenze dell’inquinamento del nostro pianeta. Emissioni di gas serra, desertificazione, milioni di tonnellate di rifiuti tessili da smaltire sono solo alcune delle disastrose conseguenze che consentono di produrre ogni mese nuove collezioni con qualità al ribasso e prezzi stracciati pronte a essere consumate e gettate via nel giro di una stagione.

Allo stesso tempo tutto ciò che viene realizzato artigianalmente, con spese maggiori di manodopera adeguatamente compensata e tempi di realizzazione più lunghi, comporta un costo più alto al dettaglio ma anche un impatto minore sull’ambiente. Lusso vuol dire anche questo: le nuove società di consumatori hanno il dovere di considerare il prezzo ma anche il valore del prodotto dal punto di vista della qualità e della sostenibilità al fine di diventare compratori sempre più consapevoli.

Altro grande fattore da analizzare è la così detta scala di produzione: mentre i marchi etici e di fascia alta sono guidati dall’alternanza delle stagioni e da ritmi di produzione più regolari, il fast fashion e l’ultra fast fashion reggono il loro sistema su un’economia di scala basata su grandi volumi di vendita e, di conseguenza, su una produzione forsennata che consente di abbattere il prezzo al dettaglio tramite uno sfruttamento cronico della manodopera. Il fast fashion rappresenta quindi una fittizia democrazia della moda dove a pagarne i danni è tutto il sistema e tutta la società.

Come spiega Elizabeth L. Cline nel libro “Siete pazzi a indossarlo! Perché la moda a basso costo avvelena noi e il pianeta”, comprare con più attenzione vuol dire comprare meglio. Assume quindi un significato ancora più importante, legato al lusso, il concetto di consapevolezza che ruota attorno a tre pilastri in piena contraddizione con la moda veloce: l’innovazione responsabile, la tracciabilità di filiera e l’approccio circolare. Lo diceva anche una pioniera sociale e una regina della moda come Vivienne WestwoodCompra. Scegli bene. Fallo durare”. La moda e il futuro del nostro pianeta sono anche nelle tue mani.