Stefano Pilati e l’evoluzione di un talento innato
La moda vive di innamoramenti, di figure iconiche e stelle catalizzatrici. Stefano Pilati entra di diritto tra i nomi protagonisti di quest’era volubile e perennemente alla ricerca di punti di riferimento.
Modello per la prima collezione di Pharrell Williams da Louis Vuitton, ex designer per Prada e Miu Miu, protagonista delle nuove campagne di Bottega Veneta e Magliano, fondatore di Random Identities: chi è in realtà l’uomo più chiacchierato delle ultime fashion week?
Nato a Milano nel 1965, dopo il debutto da Cerruti, la sua carriera prende il volo nei primi anni 90 grazie a due maestri che non hanno certo bisogno di presentazioni: se infatti a notarlo è Re Giorgio Armani, è con sua Maestà Miuccia Prada che gli si spalancano le porte più prestigiose del fashion business.
Raccolto il testimone di Tom Ford alla guida di Saint Laurent, vira poi presso Ermenegildo Zegna, debuttando, così, nell’universo della moda maschile. Nel 2017 presenta al mondo il suo primo progetto personale: Random Identities. E’ una linea che ha l’ambizione di non incasellarsi in uno specifico trend ma di esaltare la personalità di chi la indossa.
Il marchio ben descrive le caratteristiche stesse di Pilati: capace come pochi, nel mondo del fashion business, di distinguersi e ritagliarsi un’immagine su misura e senza compromessi. Tutt’ora la sua è vista come un’identità indipendente e, forse, è anche questo a catalizzare l’attenzione degli altri designer che sembrano volerlo ovunque: dai front row, alle passerelle fino alle campagne pubblicitarie più audaci. Dandy contemporaneo, provocatore seriale, innovatore sofisticato: la sua è un’estetica mutevole ma sempre credibile. Dopo i recenti trionfi sono state confermate in questi giorni le voci che, sempre più insistentemente, lo associavano alla maison Fendi. La nuova collaborazione con la casa romana, per cui firmerà una capsule collection, lo vedrà debuttare questo 26 ottobre. Inutile dire che, visti i presupposti, quest’imminente pre-fall 2024 si annuncia già iconica quanto il suo acclamato designer.