GC Magazine - Galleria Cavour

Storia delle calze in nylon

21 Settembre - 2022

Storia delle calze in nylon

Il cinema e i romanzi le hanno rese un vero e proprio cult, da molti sono considerate un’arma di seduzione di massa e ancora oggi continuano a conquistare passerelle e guardaroba: le calze in nylon rappresentano a tutti gli effetti una piccola, grande rivoluzione del costume femminile.

Quando Wallace H. Carothers presentò al mondo l’invenzione del nylon descrisse questo tessuto con le seguenti parole: “resistente come l’acciaio e delicato come una ragnatela”. Sarà stata forse questa duplice essenza, che ricorda così da vicino la forza e al tempo stesso la delicatezza delle donne, a rendere questo tessuto così amato? Brevettate negli anni 30 e commercializzate per la prima volta presso un negozio di Wilmington, in Delaware, diventarono immediatamente un accessorio irrinunciabile all’interno degli armadi statunitensi: nel primo anno ne furono vendute ben 64 milioni soltanto sul mercato americano.

Il successo proseguì per tutta la decade successiva fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: qui, con gli Stati Uniti scesi in campo, venne chiesto a tutte le donne di donare le proprie calze per la riconversione bellica e l’intera produzione di nylon venne destinata alla costruzione di paracaduti.

Terminato il conflitto, però, il mercato riprese a gonfie vele, spinto da una richiesta sempre maggiore e da una promozione atta a consacrare questo capo della lingerie femminile come emblema di seduzione. Negli anni 50 la tecnologia porta sugli scaffali varianti cromatiche come la fortunatissima velatura a effetto nude, ma il momento di svolta arriva con l’invenzione del collant da parte di Allen Grant: ispirato alla calzamaglia medievale e fabbricato con nylon di ultima tecnologia. E’ la fine di un’epoca fatta di giarrettiere e reggicalze: i nuovi collant coprono anche i glutei e rispondono sempre di più a un’esigenza di comodità e emancipazione.

Decade dopo decade il nylon si reinventa, complice anche l’impiego della lycra, si adatta ai tempi e non pare conoscere crisi. Un’ulteriore svolta giunge con l’invenzione della minigonna. Mary Quant osa l’inimmaginabile: le gambe delle donne si scoprono sempre di più e i collant, da indumento intimo, diventano simbolo di ribellione e emancipazione. Una dichiarazione d’indipendenza del costume che passa anche attraverso disegni, geometrie, ricami e scritte che gli stilisti declinano in ogni versione.

Hollywood contribuisce non poco al mito erotico delle calze con film e immagini entrati nella memoria collettiva. Basti pensare a Marlene Dietrich ne L’angelo Azzurro o alla scena cult di Anne Bancroft che, ne Il Laureato, seduce Dustin Hoffman sfilandosi maliziosamente un collant oppure alle bianche autoreggenti a rete di Kim Basinger in 9 settimane e mezzo e allo spogliarello di Sofia Loren in Ieri, Oggi, Domani.

Le calze diventano sinonimo di femminilità, malizia e sensualità ma c’è ancora una nuova frontiera da infrangere: quella del fitness. Il boom dell’aerobica consacra i fuseaux iper stretch come capo cult del guardaroba sportivo femminile e le videocassette di Jane Fonda rendono i pantacollant simbolo di una generazione sempre più attenta all’estetica e al benessere del proprio corpo.

Anche oggi, i brand più prestigiosi, continuano a raccontare l’evoluzione della femminilità anche attraverso le calze, come dimostrano i collant logati presenti anche in molti negozi di Galleria Cavour. La storia del costume e i cambiamenti generazionali, spesso, passano anche attraverso le vie dello shopping!