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Anna Piaggi: un mito della moda italiana

12 Marzo - 2025

Ci sono figure destinate a entrare nel mito del fashion system grazie al loro carisma e a una personalità capace di interpretare e anticipare le mode: Anna Piaggi è una di queste. Nata a Milano nel lontano 1931, abile giornalista e collezionista indomabile, è stata musa (su tutti di Karl Lagerfeld e Manolo Blahnik), trendsetter e scrittrice, ma definirla con uno solo di questi ruoli sarebbe riduttivo.

Forse l’appellativo che più le si addice è quello di icona. Dagli anni 60 ai 2000 ha cavalcato decadi di storia del costume con instancabile passione riscrivendo le regole delle tendenze con i suoi look coloratissimi, teatrali, sopra le righe e assolutamente unici.

Tra i suoi tratti distintivi è impossibile non citare la sua ciocca di capelli blu, vero marchio di fabbrica, le gote vistosamente truccate e la bocca a cuore. Resta memorabile la sua passione per i cappellini: una collezione, la sua, da fare invidia alle dame di Ascot. Il sodalizio artistico e sentimentale con il fotoreporter Alfa Castaldi la porta subito a frequentare i grandi protagonisti del panorama culturale italiano ed è proprio lei a spingere suo marito a intraprendere la carriera di fotografo per le più importanti riviste di moda del tempo tra cui, ovviamente, Vogue.

Per uno strano gioco del destino sarà poi lei, alla fine, a legare il proprio destino alla rivista diretta da Franca Sozzani firmando un’imperdibile rubrica illustrata portata avanti dal 1988 fino alla sua morte: le D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi. Le sue parole sono verbo per tutti gli amanti della moda e per chi, in quell’industria vorace e caotica, lavora e inventa look, storie, costumi. Chi pensa che lo stile di Piaggi sia da attribuire solo ai grandi nomi del fashion business sbaglia di grosso: precursora del vintage, Anna era abile conoscitrice degli indirizzi più nascosti e preziosi delle capitali europee tra mercatini delle pulci, magazzini teatrali e boutique dell’usato.

E’ qui che amava pescare e selezionare le sue adorate giacche d’epoca, i costumi e i cappellini originali a cui abbinava le grandi firme del panorama internazionale (tra tutte Galliano, Fendi, Chanel e Dolce & Gabbana), spesso anticipandone il successo sul mercato. Nel 2006 il Victoria & Albert Museum di Londra le dedica addirittura una mostra che la consacra a mito: una selezione dei suoi guardaroba più iconici, della sua collezione di oltre 800 copricapi, dei suoi moodboard ispirazionali e degli acquerelli di Lagerfeld che la ritraevano durante i loro simposi sulla moda tra Parigi e Montecarlo.

Anche il make-up ha sempre giocato un importante ruolo nei suoi outfit: col tempo adottò lo stratagemma della Regina Elisabetta I colorando il proprio viso di bianco e mettendo in risalto gli zigomi arancioni e la bocca rosso fuoco così da stilizzare il proprio aspetto e renderlo senza età e senza tempo. Anna Piaggi resta una figura unica nel contesto della moda e ci ricorda che la vita è arte e, come in un grande palcoscenico, è importante interpretare ogni show al meglio delle proprie possibilità.

Ph: Captain Catan from Frankfurt am Main, Germany, CC BY 3.0, da Wikimedia Commons