GC Magazine - Galleria Cavour

Matthieu Blazy: cosa lega Bottega Veneta a Chanel

22 Gennaio - 2025

Matthieu Blazy e Chanel

Ph: Stefan Strumbel, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

E’ senza ombra di dubbio la notizia che maggiormente ha scosso il fashion system in quest’ultima stagione: dopo i successi collezionati presso la direzione di Bottega Veneta, Matthieu Blazy lascia il brand italiano per approdare alla direzione artistica di Chanel.

Una poltrona, quest’ultima, tanto agognata quanto temuta per la gloria e le responsabilità che insieme comporta. La casa francese, infatti, orfana di Virginie Viard, cercava con meticolosa attenzione uno stilista a cui affidare il suo nuovo corso. Blazy è stato subito rinominato il golden boy della moda e il paragone, più che con chi lo ha recentemente preceduto, volge a colui che ha letteralmente trasformato, plasmato e rilanciato la maison parigina: Karl Lagerfeld.

Sebbene i due abbiano in apparenza poco in comune sono in realtà diverse le cose che li legano. Anche Lagerfeld, al tempo della sua nomina, era considerato un outsider: proveniva dal ready to wear di Chloé per poi approdare a Fendi, dove riuscì a dare un’impronta innovativa al brand romano senza snaturarne le radici. Si dice che per il neo-ruolo da Chanel, Blazy se la sia dovuta giocare con nomi di altissima caratura come Pierpaolo Piccioli, Hedi Slimane e Marc Jacobs, per citarne solo alcuni. Il suo lavoro presso Bottega Veneta e la cifra stilistica e personale che ha saputo dare al marchio rispettandone comunque l’heritage è ciò che più lo avrebbe premiato agli occhi del gruppo Chanel che in questo percorso ha rivisto, appunto, ciò che Lagerfeld aveva a suo tempo fatto con Fendi.

Altra similitudine tra il Kaiser e Blazy è senza ombra di dubbio la riservatezza, qualità particolarmente apprezzata in un mondo sovraesposto e dominato dai social (tutti ricordano la parabola di Galliano da Dior o gli scivoloni mediatici con relative scuse di Dolce & Gabbana nell’era Instagram). Entrambi i designer, poi, sono curiosamente legati dall’amore per gli animali, anche se Blazy predilige i cani e Lagerfeld, invece, i gatti: parte della sua fortuna è stata ereditata dalla sua adorata gattina Choupette.

L’altro grande fil rouge tra i due è senza ombra di dubbio l’arte: il designer tedesco l’ha ispezionata in ogni sua forma, dalla moda alla fotografia, passando per la regia. Blazy ha dimostrato la sua sensibilità trasformando ogni show di Bottega Veneta in un raffinato omaggio al design, come dimostrano le sedie di Gaetano Pesce e i pouf Sacco a forma di animali giganti. Chanel ha quindi fatto una scelta sorprendente, che ha colto di soprassalto molti addetti ai lavori, puntando su un nome apparentemente fuori dalla lista dei candidati che era forsennatamente circolata negli ultimi mesi, ma a ben guardare le similitudini che legano il nuovo direttore creativo col suo più celebre predecessore sono numerose.

Ora spetta a Blazy reggere questo confronto prestigioso e al tempo stesso temuto: la moda sa essere un giudice severo ma le frecce nell’arco del designer franco-belga sembrano esserci tutte. Occorrerà mirare in alto e centrare il bersaglio.

Ph: Stefan Strumbel, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons