Resoconto delle sfilate femminili Autunno/Inverno 2024
Cala il sipario sulle fashion week europee e in particolare su quella milanese e parigina, appena conclusasi. Dal momento che a scendere in passerella sono stati, anche, alcuni dei brand più amati tra quelli che abitano Galleria Cavour, vogliamo raccontarvi quali sono stati gli show più chiacchierati e le tendenze che ci aspettano per la prossima stagione.
L’ultima maison a sfilare, in ordine cronologico, è stata Louis Vuitton e la parola d’ordine di questa collezione pare essere “celebrazione”. Nella cour Carrée du Louvre, nello stesso giorno e nello stesso luogo che due lustri fa lo vide esordire, Nicolas Ghesquière festeggia i suoi dieci anni alla direzione creativa del brand. L’atmosfera è proprio quella di un viaggio nel tempo tra abiti luminosi e omaggi nascosti in una sorta di rilettura dei suoi capi più rappresentativi del decennio trascorso: dai look argentati e tech ai guanti pelosi, dalle spalline rigide alle maxi gonne voluminose.
Pragmatismo e funzionalità sembrano essere invece le parole d’ordine di Matthieu Blazy e della collezione proposta per Bottega Veneta in uno scenario che pare riprodurre un mondo che va a fuoco. L’eleganza della maison diventa quindi un atto di resilienza come a ribadire che la bellezza salverà il mondo. Sfilano capi essenziali e lineari: il lusso diventa utilitario e non lascia spazio all’eccentricità.
Gioca con l’attualità e la storia anche Prada. Gli abiti di Miuccia e Raf Simons sembrano rimandare a epoche diverse: gonne a grembiule, borse dall’effetto degradé e fiocchi raccontano una contemporaneità che studia il passato per comprendere il futuro. Queste, però, sono state anche settimane di grandi debutti: ricordiamo, tra tutti, quello di Seàn McGirr da Alexander McQueen, accolto timidamente nonostante l’intenzione di replicare i fasti che lo spirito ribelle del marchio incarnava agli esordi, e quello più convincente di Adrian Appiolaza da Moschino, che riesce invece a rievocare lo stile giocoso all’origine della filosofia del brand.
Resta fedele a se stesso Sabato de Sarno ribadendo la volontà di discostarsi quanto più possibile dallo stile massimalista del suo predecessore, Alessandro Michele. E se lo show di Valentino è un omaggio al nero in ogni sua sfaccettatura, a portare colori grintosi in passerella ci pensano Jil Sander, con chiaro omaggio agli anni Venti e Versace. Donatella propone una donna indomabile in bilico tra punk e glamour: spiccano tessuti metalizzati, tagli vertiginosi e blazer dress dagli orli cortissimi.
Convincono il bolognese Marco Rambaldi, che si affida alla simbologia dell’amore e del cuore per le sue ultime creazioni, e Marco de Vincenzo da Etro che, sulle note di Techno Pastorale, fonde ricami sontuosi e velluti pregiati alle iconiche stampe della maison. In generale, la sensazione è che, in un mondo incerto e inquieto, la moda, che è lo specchio dei tempi, voglia restare in bilico tra la tradizione e la sperimentazione: senza osare troppo ma con la volontà di guardare oltre il quiet luxury che ha contraddistinto questi anni. Se la direzione sarà quella di rompere gli schemi o aderire a un morigerato minimalismo lo scopriremo, però, solo con le prossime sfilate.